Nel piccolo comune siciliano di Cinisi nel 1930 si consumano brutali lotte tra le famiglie mafiose, in questo clima di soffocante violenza cresce Felicia. Sfida il suo destino con l’ingenuità dell’adolescenza rifiutando il matrimonio programmato dai suoi genitori e si innamora perdutamente di Luigi Impastato, un ragazzo per cui il rispetto e l’onore sono i fondamentali pilastri, insegnatigli da suo padre. I suoi ideali lo portano ad intrecciare la vita della sua famiglia con quella del boss Gaetano Badalamenti. Felicia è categorica: nella sua casa gli uomini di Cosa Nostra non devono entrare. Essendo una donna le sue parole sono flebili, ma non lo è il suo cuore. Protegge, difende e nasconde suo figlio: il ribelle Peppino, che denuncia suo padre e il mondo che lo circonda. Le speranze si infrangono, la notte del 9 maggio 1978, quando Peppino Impastato viene assassinato. La vicenda viene archiviata come un atto terroristico da parte del giovane rivoluzionario. Felicia non cede. Deve scoprire la verità, portare avanti le idee e le parole di suo figlio, sfidando la rete mafiosa, l’omertà che aleggia nel suo paesino. Lotta alleandosi con la giustizia. Il pubblico segue la protagonista da ragazzina fino alla sua morte, ripercorrendo attraverso intensi monologhi i momenti più incisivi della sua vita. I ricordi si susseguono attraverso dialoghi emozionanti. Nel suo percorso Felicia è accompagnata passo passo da un Coro, diretto rimando al teatro greco antico, quasi onnipresente e che incarna il mondo di Felicia. Il Coro agisce come un’onda trasportando con sé le regole di una vecchia Sicilia, gli obblighi familiari, le paure e le speranze della giovane donna e incarnando via via vari personaggi (dalla personificazione della Sicilia, alla polizia che cerca Luigi Impastato).
Figura incisiva è quella del Cantastorie simbolo della tradizione narrativa che, accompagnandosi con il suo strumento, segue l’anima sincera della ragazza, l’esuberanza della fanciullezza, il timore e la dolcezza dell’amore, sussurrando parole di tenerezza al triste epilogo che avrà quel bambino che gelosamente Felicia tiene stretto tra le braccia. Ci racconta la storia di una Sicilia tremante di dolore, senza mai poter intervenire sugli eventi. Lo spettacolo porta in scena Felicia Bartolotta, che, prima di diventare “moglie”, “madre”, “simbolo”, era Solo una Donna.
Vita Villi, Davide Diamanti, Il solito Dandy, i Germana Erba’s Talents
tutti i giorni ore 21.00 domenica ore 17.30
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